Chi scava una buca fonda, dopo qualche tempo la trovera' allagata. Questo fu il problema fondamentale delle miniere, fino a quando (nell'ultimo quarto del XVIII secolo), Boulton e Watt inventarono - o meglio, perfezionarono - la macchina a vapore. Da allora fu possibile prosciugare le cave e, di conseguenza, penetrare assai piu' profondamente nelle montagne o nel sottosuolo.
I giacimenti della Serenissima erano poco estesi e non molto numerosi; inoltre nel Settecento essi risultavano in via di esaurimento, dopo l'intenso sfruttamento cui erano stati sottoposti specialmente nel XVI secolo. I principali distretti minerari erano costituiti dalle valli bergamasche (ferro) e, nella zona dolomitica, dallo Zoldano e dall'Agordino (rame, piombo). Qui sorgevano anche molti impianti metallurgici per la lavorazione dei minerali non solo locali, ma provenienti dal Trentino o dall'Austria, allora territori imperiali.
BIBLIOGRAFIA:
R. VERGANI, Miniere e societa' nella montagna del passato. Alpi venete, secoli XIII-XIX, Sommacampagna (VR) 2003.