La Repubblica di Venezia dal 1687 al 1715
Di maggior rilievo, invece, le modificazioni che interessarono il Levante veneziano, dove nel 1718 (trattato di Passarowitz) la Serenissima perse l'ultimo dei suoi regni, quello di Morea, insufficientemente compensato da taluni ingrandimenti territoriali in Dalmazia, ove vennero costituite le nuove province di Imoschi e Narenta (il cosiddetto "Acquisto novissimo", fissato nel 1720 dalla "linea Mocenigo" che, conglobando le popolazioni morlacche, portava la Dalmazia veneta alla sua massima espansione territoriale).
Questa carta politico-amministrativa e' senz'altro la piu' importante. Oltre ai confini politici dello Stato da terra e da mar, si precisano le divisioni amministrative delle varie province, podesterie, vicariati, giurisdizioni feudali (ad esempio: i Collalto a Susegana o i Savorgnan in Friuli), territori separati (i Sette comuni di Asiago, il Cadore, Cologna).
Si forniscono i nomi dei rettori (podesta', capitano, provveditore, luogotenente in Friuli, conte in Dalmazia, secondo le denominazioni in essere nelle diverse localita'); il numero di abitanti e la loro ripartizione professionale; la tipologia e la consistenza delle attivita' produttive; il numero degli animali divisi per specie (equini, bovini, ovini). Questi dati vengono specificati sia in ambito provinciale che comunale/feudale, sicche' ogni unita' amministrativa, dalla maggiore alla minore, risulta fornita di questo fondamentale corredo statistico.
4. Feudale. Riproduce con diversi colori la situazione giuridico-amministrativa delle varie province, suddividendosi a sua volta in due carte: 1. struttura amministrativo-fiscale, con il territorio direttamente dipendente dal capoluogo, i vicariati da esso gestiti, le podestarie sottoposte a Venezia, l'area feudale laica ed ecclesiastica, i territori separati. 2. elenco di tutte le giurisdizioni feudali presenti nelle diverse province, con le famiglie titolari del beneficio; altro elenco comprensivo dei titolati. A questo proposito si precisa che, data la vastita' e complessita' del fenomeno, particolarmente presente nelle zone collinari e nelle aree di confine (il Friuli, poi, era capillarmente segnato dalla presenza feudale), non e' stato possibile procedere a una ricognizione completa delle giurisdizioni private, dal momento che neppure il governo marciano, nonostante avesse provveduto a istituire sin dal 1587 una specifica magistratura (i Provveditori sopra feudi), riusci' a realizzarne la descrizione.
5. Viaria. Le strade (poche e disagevoli: ad esempio, non esisteva un'arteria diretta tra Mestre e Padova) si distinguevano in normali, che collegavano i centri abitati, e postali, le quali avevano itinerari propri (ad esempio, la postale per Firenze e Roma seguiva un percorso lungo il litorale adriatico, da Comacchio a Chioggia, pressappoco l'attuale Romea). Per il trasporto delle merci, la via acquea era di gran lunga preferita, anche perche' allora i fiumi avevano una portata molto superiore a quella attuale. La carta riporta anche l'ubicazione delle principali "fraglie" di battellieri (ad esempio, Venezia S. Giobbe, Pescantina, Este, San Dona' di Piave, Portobuffole' ecc.), con le tratte di competenza (gli zattieri del Piave, per dire, si alternavano in quattro "mude": da Perarolo a Belluno, da Belluno a Falze', da Falze' a Ponte di Piave, da Ponte di Piave a Venezia Fondamente Nuove).
6. Linguistica. Presenta i vari dialetti e le lingue parlate nell'area compresa tra la Lombardia Veneta e l'Istria. Fra le lingue, risultavano piu' diffuse rispetto a oggi il tedesco (parlato nei Tredici comuni veronesi e nei Sette dell'altopiano di Asiago), come pure il ladino (nell'alto Bellunese); sostanzialmente immutata, invece, รจ rimasta l'area interessata dallo sloveno. Va detto che i confini linguistici non sono definibili con precisione come quelli politici, dal momento che tra una parlata e l'altra vi e' sempre una sorta di zona mista, dove i diversi fenomeni si intrecciano e sovrappongono. Un successivo link presenta il trend di sviluppo dei diversi idiomi, che per loro natura prevedono tutti tempi di evoluzione assai lunghi, indicando anche le tendenze in atto verso altre forme linguistiche.
7. Cartografia storica. Consiste nella riproduzione di Europa, Italia, Stato Veneto complessivo e relative singole province, in base alle carte realizzate dal tipografo veneziano Antonio Zatta nel corso del nono decennio del XVIII secolo, ritenute fra le migliori del tempo.
- I punti 3, 4, 5 saranno dettagliati come sopra solo per quanto riguarda la Terraferma veneto-friulana, mentre per la Lombardia veneta (Bergamo, Brescia, Crema) e lo Stato da Mar (Istria, Dalmazia, Isole ionie, Cerigo) ci si limitera' a cenni essenziali. Questo in considerazione della carenza, per queste aree, di specifiche fonti attendibili.
E' altresi' ipotizzabile, in futuro, un progressivo ampliamento dei dati acquisiti: ad esempio, nella Carta fisica con successive sottoripartizioni potrebbero comparire, oltre a boschi, miniere e insediamenti industriali, le principali fortezze, dogane, "restelli" (sbarramenti) sanitari attivati in caso di epidemie umane e animali (epizoozie), e altro ancora, sino alle principali ville nobiliari; in quella Politico-amministrativa gli elenchi completi dei rettori a partire dal 1405.
Inoltre, un Atlante cosi' concepito consentirebbe l'eventuale creazione di uno specifico sito, ove potrebbe essere riportato, per i diversi paesi, un breve riassunto storico-cronologico con bibliografia essenziale. In tal modo l'Atlante diverrebbe una potenziale "banca dati" fruibile, come base di partenza, anche dagli studenti delle scuole medie, che potrebbero innestarvi ricerche sulla storia, demografia, commercio, tessuto urbano, paesaggio agrario, flora, fauna e altro ancora, nell'ambito della specifica realta' territoriale.