Ritratto di Carlo Goldoni eseguito da Pietro Longhi
Una premessa anzitutto: i confini linguistici non sono definibili con precisione come quelli politici, dal momento che tra una parlata e l'altra vi e' sempre una sorta di zona mista, dove le diverse presenze si intrecciano con varie sfumature sino ad assumere i caratteri dell'altro dialetto.
Detto questo passiamo alla carta, che si suddivide in due diverse realizzazioni:
1. La prima presenta i dialetti e le lingue parlate nell'area compresa tra la Lombardia Veneta e l'Istria, con delineate le zone miste, ove si mescolano fenomeni propri di due sistemi contigui. In presenza di dialetti palesemente affini, si e' fatto ricorso a denominazioni di raggruppamento (padovano-vicentino-polesano per il cosiddetto "veneto centrale"; feltrino-bellunese per il "veneto settentrionale", mentre il veronese e il veneziano si configurano come realta' distinte). Sono inoltre indicate le zone alloglotte con idiomi di provenienza tedesca (i XIII comuni veronesi e i VII dell'altopiano di Asiago), slovena (Friuli) e croata (Istria). Per quanto riguarda l'Istria, occorre tener presente la particolare complessita' di quella regione, in cui coesistevano anche popolazioni di lingua cici e rumena.
2. La seconda carta presenta il trend di sviluppo delle diverse parlate, che per loro natura prevedono tutte tempi di evoluzione assai lunghi, indicando le tendenze in atto verso altre forme linguistiche. Il polo di attrazione e' ovviamente costituito da Venezia, la capitale, che esercita un'influenza linguistica soprattutto nei capoluoghi di provincia e nelle localita' ove e' presente un suo rettore incaricato di funzioni amministrative e giudiziarie. Costui e' un patrizio assistito da una "corte" costituita da cancelliere, segretario, notaio, servitu' che egli porta con se' da Venezia; di conseguenza, nel lungo periodo si verifica un'appropriazione di elementi del lessico della Dominante da parte della popolazione locale che vive a contatto con i rappresentanti del potere centrale. Si spiega in tal modo quel particolare fenomeno linguistico noto come "paradutismo", che avviene quando un dialetto si insedia in un'area alloglotta come una sorta di enclave (ad esempio, a Udine il friulano e' interessato da un superstrato veneziano, a causa della plurisecolare presenza in citta' del Luogotenente della Patria del Friuli e del patriarca di Aquileia, l'uno e l'altro esponenti del patriziato lagunare). Da notare la presenza del "tergestino", ossia la tendenza da parte della popolazione di Trieste a venezianizzarsi linguisticamente, pur non facendo parte della Serenissima.
L'intensita' del colore delle frecce indica la dimensione del fenomeno.
BIBLIOGRAFIA:
C. TAGLIAVINI, Le origini delle lingue neolatine. Introduzione alla filologia romanza, Bologna 1964;
G.B. PELLEGRINI, Carta dei dialetti d'Italia, Pisa 1977.