,d9wHP PaintJet >0/=/= ,7  Tms RmnSmall Fonts @\x(U  $ D d L(U$Dd@qq     GG ' LS' LS@qq0d NjDOCUMENTI RIGUARDANTI LA LOCALIT DEL LAVELLO, CON CHIESA E CONVENTO 1650 circa, memoriale anonimo Fatto tale Li Vicini della Cura di Caloltio e Valle di S. Martino non ostante che havessero gi in publico Conseglio l'anno 1490 a undeci di ottobre eletti et approvati li Padri de Servi per starsene al governo della Chiesa di S. Maria di Lavello et che detti Padri l'anno 1493 a 29 ottobre n'havessero il possesso dal Prevosto di Garlate come quello a cui si diceva spettare la dispositione di detta Chiesa. Ricorsero con tuttoci l'anno 1494 a 27 febbraio dall'Illustrissimo Arcivescovo d'allora e dimandarono che se gli concedesse facolt d'elegere per resedere et officiare in detta Chiesa li Padri di S. Francesco con significare che ogni qualvolta se gli concedesse Padri o siano religiosi da bene et osservanti si sarebbe accresciuto il concorso a detta Chiesa et dimandarono anche che s'eregesse nella medesima Chiesa un Consortio o sia Scuola de Laici la quale havesse cura delle elemosine, et tutto con auttorit ordinaria ottenero appostovi certe conditioni et in particolare che detto Consortio perpetuamente ogni anno pagasse al Curato ivi lire dieci imperiali per sua aliqual sostentamento, dieci lire in tanta cera per fare la festa di S. Martino, et dieci lire altre per beneficio della fabrica di quella Parochiale. Detti Padri di S. Francesco bench eletti non si trova che accettassero detta elettione ne che s'intromettessero in detta Chiesa et detto Consortio o scuola bench cos instituito non consta che habbia havuto effetto permanenza ne che habbia o ricevuto detta elemosina o pagate dette lire e cera incaricategli. Santo Carlo l'anno 1583 a 14 di luglio trovandosi in Visita scoprendo che l'elettione de detti Padri di S. Francesco et l'erettione di detto Consortio compagnia eretta con auttorit Archiepiscopale come sopra non havevano effetto ma che li Padri de Servi antecedente eletti et impossessati come sopra governavano detta Chiesa le fece ordinare sotto pena della scomunica che pagassero dette lire e cera come sopra, e li costrinse a certa conventione per la quale seguita la morte di S. Carlo e stimandosi pregiudicati ricorsero dal Sommo Pontefice Sisto quarto dimandando come ottenere la nullit di detta conventione et ordinatione come sopra, seguendo ci per sententia datta da monsignor Vicario Generale di Pavia a cui fu commissa tal causa. Da questa sententia l'appellato Monsignor fiscale Archiepiscopale et il Reverendo Prete Gi Bonanome alhora Curato di Caloltio tanto a nome et interesse suo tanto per interesse della fabrica di detta Chiesa e dell'huomini di detta Vicinanza e fu comessa la causa a monsignor Ottavio Visconte uno di giudici Sijnodali et mentre pendeva la lite avanti d'esso monsignor si vene ad una conventione e detti Padri et detto Rev. Curato quale promise di far ratificare detta conventione da vicini fra un mese. A.P.Ol.:P-P/III, cart.2, n364     |  y