HP PaintJet Tms Rmn .Small Fonts &ZapfHumnst BT 1774 11 agosto Milano Molto Rev. come fratello Dal Paroco do Calolzo siamo avvisati, che il Sacerdote Carlo Mauro Capellano della Chiesa del Lavello, che prima era officiata da Padri Serviti, tenta di peturbare i suoi diritti Parochiali col pretendere di cantar Messe si ne giorni feriali, che festivi, di far dar segni col suono delle campane a suo beneplacito, di ritenere continuamente il Santissimo in detto Oratorio, e di farla quasi da Paroco con indipendenza del suo Paroco. Non si possono tali attentati permettere o dissimulare, ridondando questi a pregiudizio non solo delle ragioni Parochiali ma di quelle anime ancora, che poi deviano dalle Funzioni della Parochiale, dalla spiegazione del Vangelo, dalla Dottrina Cristiana, e da altre divote prattiche che soglion esservi nelle Parochiali. Quindi incarichiamo V. S. di chiamare a se il mentovato Sacerdote, e di ammonirlo seriamente a non perturbare in parte benchè minima li Parochiali diritti, ma ad usare in ogni Funzione che occorra farsi in detta Chiesa del Lavello, della dovuta dipendenza del Paroco, come ragion vuole, e particolarmente a non ritenere la SS. Eucaristia nella Chiesa medesima, opponendosi ciò a Sagri Canoni, ne potendosi permetter neppur dall'Ordinario, se non in circostanza che colla sua facoltà si avesse a fare qualche triduo o novena. Si compiacerà poi di darne notizia al Paroco di Calolzo di questa nostra commissione, e della sua esecuzione farne a Noi ragguaglio per nostro governo. E dal Signor Dio le preghiamo ogni vero bene Milano 11 agosto 1774 Di Vostra Molto Reverenda Aff.mo come fratello Gio Valentino Vicario Generale *************** 1774 30 agosto Milano Riverendissimo signore signore patrone colendissimo Per quiete di V. S. al ricevere della pregiatissima sua delli 25 ... colli cinque gigliati in saldo delle spese della nota dispensa di parentela, che subito passai al sig. Priora, consegnai nell'atto spesso al cavallante latore un polizzino di succinto riscontro da rendersi a lei. Congiunti ai detti gigliati ho pur ritrovati soldi 30 come mi accenna nella lettera, che lei ha creduto dovermisi per la spedizione della licenza di benedir gli altari di Sopracornola. Ma questi non mi son dovuti, mentre tali licenze si spediscono gratis, ed io non ho speso che pochi quatrini nella provvista del vetro per l'acqua episcopale. Onde li ritengo a di lei credito e lei occorrendo di commettermi qualche spesa potrà compensarsene rimettendo soldi 30 di meno. Ho poi subito, in esecuzione de stimatissimi suoi comandi, presentata a Monsignor Vicario Generale non meno la di lei lettera, che la copia dei Capitoli di concordia tra il sig. Curato di Calolzo e li sig. Deputati della Chiesa del Lavello. Riguardo al riscontro portato dalla lettera può assicurare il sig. Mauro ed il sig. Curato di Vercurago suo zio, che Monsignor è rimasto pienamente soddisfatto del contegno suo col Sig. Curato di Calolzo, racomandandogli però di passarla sempre di buona armonia col medesimo sig. Curato. Rapporto ai Capitoli della sovraccennata concordia non ha che rilevare se non su quello che riguarda la SS. Eucarestia, che vorrebbesi ritenere in detta Chiesa continuamente, mentre per questo sarà moralmente impossibile che dal sig. Cardinale Arcivescovo ben informato del tutto, e che anch'esso ha veduti i Capitoli medesimi, ne venga accordata la licenza, non concorrendo a ciò le cause che si richieggono. Quando pertanto piaccia alle parti contraenti di riportare da questa Curia l'approvazione di essa Concordia per la perpetua loro osservanza, ed in modo che restassero reciprocamente obbligati e li Parochi Sucessori e li Successori Deputati, converrà presentarli in forma provante o a Sua Eminenza o a Monsignor Vicario Generale con un Memoriale sottoscritto dalle parti medesime, in cui ricerchino l'opportuna approvazione. Ma sarà forse opportuno di convenire in modo sul settimo Capitolo riguardante la cera de funerali, che sia estensivo anche a Parochi Sucessori, me tamen etc. Nel rimanente non vi sarà difficoltà ad approvarli. Devo bensì avvertire che occorrerà per ciò qualche spesa, perchè dovrà sentirsi il Fisco Ecclesiastico, e dovrà farsi una spedizione dall'Attuario di questa Curia, quale spesa non saprei dire precisamente a quanto possa ammontare, crederei però che non eccederà ma sarà di meno d'una doppia. Monsignor Vicario Generale le accorda la facoltà di distribuire a poveri suoi Parochiani massimamente infermi le lire 13-10 incerte. Io con tutto l'ossequio mi raffermo Milano 30 agosto 1774 Di vostra Riverendissima devotissimo ed obligatissimo servo Carlo Cesare Molteni Indirizzate al Prevosto di Olginate A.P.Ol.:P-P/III, cart.4, n° 394 1774 7 settembre Attesto io sottoscritto, come nel tempo che prestai assistenza al fu Sig. Valsecchi Curato di Calolzo in qualità di Viceparoco accadde l'accidente di dover portare il SS. Viatico a Filippo Carcheno del luogo di Gerola Comune di Sala sotto la Parochia di Calolzo sodetto, de mezza notte li 7 dicembre 1754, e benchè mi fosse stato somministrato il comodo del cavallo per accelerar il viaggio, e per motivo della longa strada, e piena d'aqua e neve, ciò non ostante morì il sodetto Filippo senza Sagramenti, essendo arrivato presso alla casa del medesimo con la processione, dovendo ritrocedere col SS. Sagramento. Così pure mi occorse il caso di dover levare il SS. Sagramento dalla Chiesa de Padri Serviti del Lavello per amministrarlo ad Antonio Villa di Bricola Comune di Sala sodetto circa le ore ventiquatro, che poi circa un'ora di notte spirò munito de SS. Sagramenti, e per fede et caetera 6 settembre 1774 Sottoscritto Carl'Antonio Corti Curato di Vercurago. Attesto io Notaio infrascritto che il presente attestato è scritto e sottoscritto di proprio carattere dal M. R. Sig. Carl'Antonio Corti Curato di Vercurago a me benissimo noto et caetera. Subscriptum cum signo tabellionatus anteposito Ego Joseph fq. Joannis Baptistam Rota de Carenno civis ac .... Notarius publico Bergomi testor ut supra et pro fide subscripsi. ********************* In Dei nomine amen, giorno di mercoledì li sette settembre 1774 indizione settima. Costituito personalmente alla presenza et caetera, il M. R. Sig. D. Agostino quondam Sig. Giambattam Botti del Comune di Sala d'età et caetera, di suo proprio volere, ed in ogni altro miglior modo ha deposto per la pura verità di fatto che nell'ultima malatia del Nobile Sig. Bartolomeo Adelasio Laglio del luogo di Gerola Comune di Sala, che fu l'anno 1747 la sera fu visitato e confessato dal R. Paroco di Calolzio, quale si lusingò per la distanza di due miglia in circa dalla Parochiale, e per l'oscurità della notte di diferire alla mattina per valersi del comodo del loro Oratorio di S. Damiano ivi in Sala per la SS. Eucarestia, cosichè esso R. S. Botti come attual Capellano d'ordine del R. Paroco andò nel spontar del giorno a celebrare la Santa Messa affine d'amministrar il SS. Sacramento all'infermo, e nel fine della Messa fu avvisato non dovesse incomodarsi col SS. Sacramento, mentre il Sig. Adelasio era di già passato da questa ad altra vita, così che dovette deponerlo per poi consumarlo alla mattina susseguente, tanto ha deposto et caetera, et juravit tactis et caetera. Subscriptis cum signo tabellionatus anteposito = Ego Joseph fq. Jo Baptistae Rota de Carenno Civis ac V. A. Notarius publicus Bergomensis presens exemplum fidelitur excripsi ab originale penes me existente, et pro fide cum signo subscripsi. **************** In Dei nomine amen, mercoledi lì sette settembre 1774 indizione settima. Costituiti personalmente alla presenza et caetera, il signor Matteo quondam Bartolomeo Mauro, e Domino Francesco quondam Giambattam Peruchino questi del Comune di Corte e Fopenico; Pietro e Giacomo fratelli quondam Antonio Galli del Comune di Sala tutti d'età perfetta di loro proprio volere, ed in ogni altro migliore modo, hanno concordemente deposto dissero per la pura verità di fatto, che ritrovandosi gravemente amalata Lucia figlia di Giuseppe Pelegrini abitante a Monastero comune di Fopenico Parochia di Calolzio, e atrovandosi il fu signor Paroco Don Giuseppe Rosa assistente all'inferma, questo per timore di non esser in tempo col levare il SS. Sacramento dalla Parochiale attesa la distanza d'un miglio e più credette espedente levarlo dalla Chiesa del Lavello in alora officiata da Padri Serviti, come Chiesa vicina al caso sodetto, tanto hanno unitamente deposto et caetera, et juravit tactis et caetera. Attestano pure li sopraaccennati fratelli Galli, che nel loro Comune di Sala, sono pasati da questa ad altra vita alcune persone per le cause sudette senza Sacramenti et caetera Subscriptis cum signo tabellionatus anteposito Ego Joseph fq. Joannis Baptistae Rota de Carenno Civis ac V. A. Notarius publicus Bergomensis presens exemplarum fideliter excripsi ab originale penes me existente, et pro fide subscripsis *********************** 1774 19 settembre Milano Molto Reverendo Signore come fratello Ben informato questo nostro Eminentissimo Signor Cardinale Arcivescovo di tutte le pendenze e dei capitoli di concordia, mediante la lodevole opera di V. S. consigliati tra li Signori Deputati della Chiesa del Lavello, ed il Paroco di Calolzo, appoggiato anche al di lei foglio delli 24 agosto prossimo passato da noi communicatogli, in cui e preveniva l'istanza che sarebbesi fatta da medesimi deputati d'avere la facoltà di conservare in detta Chiesa l'Augustissimo Sagramento, ad asseriva non esservi necessità di ciò permettere, perchè sol due famiglie sono al Lavello, ne vi risiede Capellano.il Convento è vuoto, e gli altri membri della Cura popolati hanno il loro respettivo Oratorio, rispose al degnissimo Prelato, per di cui mezzo gli veniva la riferita istanza, che non trovavasi in grado di compiacerli, mancando quei requisiti, che dalle costituzioni, e dalla disciplina della Chiesa vengono richiesti per simili concessioni. Ora però che ciò non ostante dai medesimi Deputati e per lo stesso mezzo, premuniti degli attestati del tenore qui compiegato rinuovansi le sue istanze, e mettesi sotto la considerazione di Sua Eminenza se non una precisa necessità almeno una grande convenienza perchè gli si accordi l'addomandato permesso, volendo Sua Eminenza essere pienamente informata, affine di ben ponderare questo affare, veniamo di sua mente incaricandola di informarsi con ogni esatezza, sentito anche il Paroco di Calolzo, quanto siano distanti dalla Chiesa Parochiale, e quanto da quella del Lavello i luoghi indicati ne succennati attestati, di Sala, di Gerola, di Fopenico, e Cassine adiacenti, quanti siano gli abitatori e quali le strade che da dette Chiese conducono ai luoghi mentovati, e se in maggior vicinanza della Chiesa del Lavello, che della Parochiale sianoi altri luoghi o Cassine. E rilevando con ogni indiferenza tutto ciò che possa meritare la considerazione di Sua Eminenza, e possa metterla al nudo fatto e sincero d'ogni occorrenza su di questo particolare, ci riferirà dettagliatamente tutte le risultanze. E sperando che anche in questa occasione non mancherà di quella diligenza e sollecitudine che sempre in lei abbiamo sperimentato, tanto nell'eseguire l'ingiunta commissione, quanto nel darcene l'adequato riscontro, le preghiamo da Dio ogni vero bene. Milano 19 settembre 1774 Di vostra molto reverenda aff.mo come fratello Gio Valentino Vicario Generale Indirizzata al Prevosto di Olginate *********************** Eccezioni ali attestati mandati dalli Sig. Deputati del Lavello. Risposta al primo Capo dell'attestato del Sig.Curato di Vercurago. Attesa l'instantanea premura di communicare l'infermo quasi già agonizzante non si arrivò a tempo a communicarlo per la morte celerermente seguita, e non per motivo delle strade cattive, mentre se si fosse levato il viatico dal Lavello non si sarebbe gionto nemeno alla Casa per le strade più impraticabili, che dal Lavello conducono a Gerola. Raporto al secondo si sarebbe communicato anche levando il SS. Sagramento dalla Parochiale, perchè se si levò dal Lavello fu per comodo del Sig. Vicecurato, e non per bisogno dell'ammalato, perchè questo fu communicato alle venti ore, non sembrando aggravato di male essendo la morte seguita ad un'ora di notte circa. Io mi son fatto mostrare l'attestato originale dal Sig. Curato di Vercurago, qual marca le venti ore, e non le ventiquatro, come in voce mi asserì di nuovo averlo communicato in tal tempo, e per suo comodo essendo egli allora Vicecurato di Calolzo. Risposta all'attestato del Sig. Don Agostino Botti Per informazione prese se il Sig. Curato di Calolzo avesse creduto in pericolo di morte il Nobile Sig. Bartolomeo Adelasio l'avrebbe communicato di sera, o di notte levando il SS. Sagramento dalla Parochiale, come quasi sempre pratticava: ma lusingandosi che il mal potesse esser più lungo per maggior comodo lo faceva communicare dall'Oratorio di S. Damiano più vicino a Gerola, e se ha differito a communicarlo si fu per cagione di volvolo, che lo rendeva impotente a ricevere prima il SS. Viatico, e morì prima, che dal più vicino Oratorio si potesse arrecare il SS. e molto meno si sarebbe potuto communicare se si fosse levato il SS. dal Lavello molto più distante dell'Oratorio di S. Damiano. Rispetto all'attestato del Mavero, e Galli. Non dicono che sarebbe morta senza ricevere il Viatico, se si avesse dovuto levarlo dalla Parochiale, e neppur dicono quando sia morta Lucia Pellegrini se poco, o molto dopo d'aver riccevuto il Viatico, se di giorno, o di notte. La distanza poi dalla Parochiale di Fopenico non è d'un miglio, e più ma d'un mezzo miglio circa, e poca diversità vi è dal Lavello a detto Fopenico. La seconda deposizione de fratelli Galli nulla prova per essere troppo generale, e non specificano li casi, quali si possono riferire alli già dedotte eccezioni. In oltre non dicendo che li casi occorsi ed asseriti in genere siano accaduti prima, o dopo della sopressione del Lavello, mentre si sa che dopo la detta soppressione seguita due anni sono soltanto non è accaduto di morir persona senza Sagramenti, e ben si sa, che alcune persone sono morte senza i Sagramenti, quando esisteva il Santissimo nella Chiesa del Lavello. Onde nulla concludono nella loro asserzione, perchè i morti senza Sagramenti sono stati privi per tutta altra causa, che per quella che intendesi d'insinuare. La continua amministrazione della SS. Eucaristia levata dalla Parochiale, e recata a tutti i membri di quella Cura di Calolzo, che si è sempre fatta, e si fa annienta i pochi, e rarissimi casi addotti nei attestati; e parlando poi generalmente quanti accidenti occorrono di morir persone senza i Sagramenti anche nelle stesse Città dove sono si freguenti le Parochiali, e le Chiese, ma tali casi ordinariamente avvengono o perchè i parenti avvisano tardi i Curati, o perchè sono sorprese le persone da accidenti mortali, a da frenesie, che li rendono incapaci, o perchè non siasi conosciuto il male, e trovansi all'astremo senza pur avvedersene li stessi medici. Le sudette eccezioni compilate colla maggior schieteza con il Sig. Curato di Calolzo le umiglio al chiarissimo giudizio di V. S. Reverenda e Reverendissima perchè ne decida come gli sembrarà più giusto. ********************* Copia di lettera di risposta a Monsignor Vicario Generale di Milano del 29 settembre 1774 ad esso lui spedita sotto il di 29 settembre detto anno, d'informazione per gli affari del Lavello: Illustrissimo e Reverendissimo Signore Signore e Patrone Colendissimo Ecco con la maggior esatezza, e diligenza, unitamente al sig. Curato di Calolzo soddisfatto alli ordini di V. S. Ill. e Rev. intorno alle petizioni de Sig. Deputati del Lavello. Perchè Sua Eminenza il Signor Cardinale Arcivescovo veda chiaramente le situazioni della Parochiale di Calolzo, Lavello, Fopenico, Sala, Gerola, e Cassine adiacenti le umiglio un proporzionato disegno fatto stendere da Perito Agrimensore di Calolzo stesso, da cui potrà comprendere la facilità di amministrare la SS. Eucarestia dalla Parochiale, attese le strade tutte piane, e ben selciate e diritte, provedute da fermi ponti costrutti su li torrenti, lo che non si trova nelle obligate strade del Lavello, strette, ed incomode, e tagliate dal torrente Serta, in cui non viè ponte verso quella parte, che conducono alle inferiori Cassine, ma bisogna per lunga via salire all'insù per vallicarlo sulli ponti, cha da Calolzo conducono ai detti membri. Onde per questo capo non v'è necessità ne convenienza di tener nella detta Chiesa del Lavello il SS. Sagramento. In foglio a parte presento a V. S. Ill. e Rev. .il nome dei membri di quella Cura, numero delle famiglie, e delle anime, che le compongono con le vere distanze loro dalla Parochiale e dal Lavello. Le rassegno parimenti le eccezioni fatte agli attestati mandati da Sig.Deputati del Lavello, che si sono compilate con tutta schietezza, ed a tenore delle più esatte informazioni prese. Devo poi far presente a V. S. Ill. et Rev. che indecente, sarebbe, e pericoloso tener la SS. Eucarjstia al Lavello, perchè non vi risiede Capellano, ora il Convento è voto, ed abitandosi per l'avvenire sarà da persone laiche, e paesani, due sole famiglie abitano nelle vicine case in numero di sedici persone in tutto. In oltre la detta Chiesa è vicinissima al lago, e nelle sue escrescenze l'allaga tutta sino ai gradini dell'altar maggiore, come due volte è accaduto nel corrente anno, e vi si stenta a celebrare per la qual cagione è umidissima. Onde le Sagre Particiole patiscono facilissimamente, restando per l'umido glutinate, e molto più aduco che la detta Chiesa sta quasi sempre chiusa. Nella Chiesa del Lavello non vi sono Legati di Messe, e solo vi si fa celebrare le Feste per decreto della Serenissima Republica, e rare volte vi si celebra nei giorni feriali per elemosine avventizie, quindi dal Capellano non osservandosi alle Sacratissime Particole, vi corre continuo evidente pericolo di corruzione con irreligiosissima irriverenza al divin Sagramento. Dovendosi poi portare alli infermi il Viatico massime di notte che deve accompagnarlo e servir con i lumi, baldachino ed altro, levandoselo dal Lavello, dove sono pochi uomini, il che non succede lorchè si prende dalla Parochiale luogo popolato. Fopenico e Sala hanno i loro Oratori, in cui la matina si può celebrare, e con maggior agio communicar li infermi, essendo il Lavello in un angolo rimoto della Cura, et l'Oratorio di questa più discosto ed incomodo. Onde per le succennate ragioni, ed altre che tralascio per non recar ulterior disturbo a V. S. Ill. e Rev. a me pare di nessuno necessità e di nessuna convenienza anzi pericoloso, e di grave incomodo il tener in quella Chiesa la SS. Eucaristia. Se non ho servito V. S. Ill. e Rev.in giusto affare, come porta il mio dovere, l'attribuisca alla mia insufficienza e non mancanza di diligenza che ho procurato di porre in ogni verso dei veneratissimi di Lei comandi; e con profonda venerazione baciandogli le sagre mani pieno di stima, e di rispetto ho l'onore di dichiararmi. Di V. S. Illustrissima e Reverendissima devotissimo, obbligatissimo, ed umilissimo servitore Giambattista Cavalli Preposto Vicario foraneo Olginate il dì 29 settembre 1774 ********************** Catalogo de luoghi indicati nei attestati di Sala, di Gerola, di Fopinico, e Cassine adiacenti, con il numero delle famiglie, e numero delli rispettivi abitatori, sotto la Parochia di Calolzo. Lasciato il Commune di Calolzo, che forma il numero di case 95, e di abitatori n° 494 Corte più vicino, che al Lavello membro di questa Cura, e discosto dalla sudetta Parochiale l'ottava parte d'un miglio forma numero di case 43 e di abitatori n° 196 Fupenico membro di questa Cura per linea retta su la strada che conduce alla Parochiale, distante da essa mezo miglio, ed altretanto dal Lavello forma il numero di case 41 e di abitatori n° 204 Pratarro, e Campora Cassine due del Commun di Sala, distanti dalla Parochiale tre quarti di miglio, dalla Chiesa del Lavello altretanto, con questa disparità che la strada della Parochiale alle sudette Cassine è più comoda, formano case n° 2 e abitatori n° 29 Casteletto, Cavalsecho, et Prate merlato poco più poco meno in egual distanza della Parochiale e dell'Oratorio del Lavello, oltre le strade incomode che dal Lavello a questi membri vi sono, formano case n° 9 ed abitatori n° 46 Portico quasi degual distanza dal Lavello e dalla Parochiale, forma case n° 10 ed abitatori n° 28 Pomarolo, Bosco, e Cantello discosti un miglio e mezo dalla Parochiale, e considerati li angoli delle strade del Oratorio del Lavello, e le dificoltà de torrenti (con la strada più incomoda) in egual distanza matematica formano case n° 3 ed abitatori n° 25 Gerola del Commun di Sala mezo quarto di miglio nella distanza di quasi due miglia dalla Parochiale più distante che dal Oratorio del Lavello, ma su la strada comoda e retta della Parochiale con ponti di pietra sicuri per passare i fiumi, forma case n° 3 ed abitatori n° 19 Il centro di Sala membro parimente di questa Cura un miglio e più distante dalla Parochiale e quasi tant altro dal Oratorio del Lavello (ecetuata una casa sola chiamata Bricola di cinque abitatori) per li angoli delle strade che dall'Oratorio conducono ad esso membro, oltre ad aver esso il rispettivo Oratorio, forma il numero di case 13 ed abitatori n° 109 Lavello Commun di Corte e Fopenico forma case n° 2 ed abitatori n° 16 [ndr - totale 1166 abitanti e 221 case} A.P.Ol.:P-P/III, cart.4 n°394 /