Il castello di San Salvatore dei conti Collalto, foto Silvano Salvestrel (da: Susegana. Memoria storico-artistica nel Bicentenario della nascita del Comune, a cura di P.A. Passolunghi, Cornuda 2006) La carta riproduce la situazione giuridico-amministrativa delle varie province, suddividendosi a sua volta in due distinte realizzazioni: 1. struttura amministrativo-fiscale, con il territorio direttamente dipendente dai singoli capoluoghi, i vicariati da essi gestiti, le podestarie che erano invece sottoposte a Venezia, l'area feudale laica ed ecclesiastica, i territori definiti separati, in quanto beneficiari di una diversa situazione giuridica. 2. carta riproducente le diverse province, con sovraimpresso il numero dei giurisdicenti laici e dei titolati; seguono, provincia per provincia, gli elenchi di tutti i feudatari laici provvisti di facolta' giurisdicente. Si riportano inoltre i nomi di tutti i titolati, ossia i detentori, sotto qualsivoglia forma, di prerogative nobiliari, e delle casate in possesso di feudo con specificato, ove indicato dalla fonte, il tipo di beneficio goduto. Considerata la vastita' e complessita' del fenomeno feudale, particolarmente presente nelle zone collinari e nelle aree di confine (il Friuli, poi, era capillarmente segnato dalla presenza signorile), non e' stato possibile procedere a una sua ricognizione completa, dal momento che neppure il governo marciano, nonostante avesse provveduto a istituire sin dal 1587 una specifica magistratura (i Provveditori sopra feudi), riusci' a realizzarne la descrizione. Particolarmente complessa era la situazione del Friuli. La competenza giuridica nella regione era ripartita fra le tre principali istituzioni territoriali: il Parlamento, composto dai prelati, dai nobili castellani e dalle comunita' aventi diritto; la citta' di Udine, rappresentata dal Consiglio dei nobili e dei popolari locali; la Contadinanza, formata dai delegati degli otto Quartieri al di qua e al di la' del Tagliamento. V'erano inoltre 107 giurisdizioni di feudatari e comunita', con diversi gradi di privilegio in ambito civile e criminale. Per un esame piĆ¹ dettagliato si rinvia alla carta della Patria del Friuli alla caduta della Serenissima, che vediamo riprodotta nella carta politico-amministrativa, pagina iniziale del Friuli. Anche il Veronese presentava una realta' fortemente articolata (tutto il territorio era gestito dalla nobilta' locale, sia sotto forma di giurisdizioni laiche che ecclesiastiche, per cui non vi era alcuna podestaria - eccettuato beninteso il capoluogo Verona - che dipendesse direttamente da Venezia). Pertanto non si e' ritenuto opportuno segnare nella carta i nomi dei vari vicariati o feudi ecclesiastici, in considerazione del loro numero elevato.