La carta presenta una realta' molto diversa da quella attuale, in quanto nel 1790 l'organizzazione politico-amministrativa della Serenissima rispecchiava sostanzialmente il vecchio assetto particolaristico medioevale. Quando infatti Venezia conquisto' l'area compresa tra l'Adda e l'Isonzo (1404 -1428), diede vita a una sorta di Stato federale, negoziando con le preesistenti comunita' i patti di dedizione, sanciti da statuti sottoscritti da entrambe le parti, governanti e governati. Pochi e cauti i ritocchi apportati a tale situazione nel corso dei successivi trecentocinquant'anni, donde l'impressione, a leggere la carta, di una estrema frammentazione: si considerino, ad esempio, i casi macroscopici rappresentati dal Veronese, Dogado, Trevisano e Friuli. La provincia di Verona non presentava alcuna podestaria retta da rettori veneziani, ma tutto il territorio dipendeva dal Consiglio cittadino e dalla nobilta' locale, che lo amministravano attraverso una fitta rete di vicariati e giurisdizioni feudali laiche ed ecclesiastiche dai confini non ben definiti, tanto da renderne assai difficoltosa la resa grafica. Il Dogado (grosso modo l'attuale provincia di Venezia) comprendeva anche il territorio di Cologna; questo perche' i patti di dedizione del 1406 lo avevano scorporato dal Veronese aggregandolo fiscalmente a Venezia, e piĆ¹ in particolare al sestiere di Dorsoduro. Il Trevisano comprende anche le giurisdizioni di Cesana, Mel e S. Dona' di Piave, mancanti nei confini amministrativi delineati agli inizi del Cinquecento, in quanto allora ritenuti feudi imperiali; l'ampiamento territoriale della Marca e' documentato sia dalle Anagrafi che dalle carte storiche dello Zatta, oltre che dalla testimonianza del rettore di Treviso, Antonio Giustinian, che nella sua relazione conclusiva, letta in Senato il 10 gennaio 1641, afferma che "i contadi di San Dona', Mel e Cesana [sono] dell'istessa ditione trivisana" ( Relazioni dei rettori veneti in Terraferma. III. Podestaria e capitanato di Treviso, a cura dell'Istituto di Storia economica dell'Universita' di Trieste, Milano 1975, p. 216). Quanto al Friuli, nonostante negli anni Cinquanta e Sessanta del XVIII secolo una duplice commissione austro-veneta avesse provveduto a razionalizzare i rispettivi confini, continuava a presentare particolarita' ai nostri occhi palesemente assurde, come dimostra l'elevato numero di enclaves, ossia di isole appartenti all'Impero, ma circondate dai dominii della Repubblica, e viceversa: e' il caso, ad esempio, della asburgica Aquileia o della veneziana Monfalcone. Data questa realta', acquista ulteriore motivazione la costruzione (iniziata nel 1593) della citta'-fortezza di Palmanova, che appare incuneata entro i territori arciducali, o imperiali che dir si voglia.


Accanto alla carta politico-amministrativa sono elencate le diverse province e, nell'ambito di queste, le unita' amministrative. Cliccando i lemmi dell'elenco, compariranno i relativi dati dell'ultima delle Anagrafi, risalente al 1789; siccome pero' questa rilevazione e' incompleta, talvolta si e' dovuto ricorrere a dati anteriori, precisandone l'anno. Non sempre le ripartizioni territoriali sulle quali si basano le Anagrafi coincidono con le unita' amministrative, siano esse rettorati, vicariati o feudi; questo e' particolarmente evidente per la Dalmazia, unica area a conoscere un ingrandimento territoriale nel corso del XVIII secolo. Pertanto il criterio seguito e' stato quello proposto dalle Anagrafi.

In considerazione dell'alto numero di lemmi concernenti i dati, si e' proceduto al loro accorpamento per affinita' di categoria (ad esempio: mercanti con bottegai, magli con mangani ecc.), o alla loro modifica in presenza di realta' locali con caratteristiche manifestamente diverse (ad esempio: il termine "barcaioli", ben presente nelle zone di pianura, non compare dall'Istria alla Grecia, dove e' sostituito da quello "marinai"). Sono riportati solo i lemmi con valori attivi (cioe' diversi da zero) presenti nelle singole realta' amministrative.


In riferimento agli attuali confini del Veneto e alla dislocazione amministrativa e/o politica delle altre principali regioni storiche, questi i dati complessivi tratti dalle Anagrafi, con l'avvertenza che non si sono riportate le eta' dei maschi, pur presenti nella fonte che - onde disporre del quadro della popolazione potenzialmente produttiva - distingue i giovani fino a 14 anni dagli adulti compresi fra i 15 e i 60, e infine gli anziani sopra i 60; le donne, invece, vi appaiono raggruppate in un'unica categoria.


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Una relazione anonima e non datata, ma quasi sicuramente del 1790, nel tracciare una sorta di bilancio fra l'ultima Anagrafe e le precedenti, sottolinea che la popolazione mostra un progressivo incremento nella Lombardia Veneta, nel Veronese, Friuli ed Eptaneso (isole ionie), mentre tende a contrarsi nel Trevigiano, Bassanese, Cividalese, Istria, Dalmazia e Albania Veneta. Ancora, il trend demografico mostra un saldo positivo nell'area compresa fra il Mincio-Garda e l'Isonzo, laddove Venezia appare in controtendenza, specie nel settore giovanile: la capitale, insomma, invecchia. Altra anomalia veneziana e' data dalla prevalenza delle femmine (70.666) sui maschi (67.654), quando invece in tutte le province (eccettuate quelle lombarde) si verifica il fenomeno opposto: nella Terraferma veneta, afferma la relazione, "li maschi oltrepassano le femmine del 3,75 %, vale a dire che ogni 400 femmine vi sono 415 maschi", ma la stessa tendenza e' riscontrabile anche nello Stato da mar, cioe' Istria, Dalmazia, Eptaneso.

(Archivio di Stato di Venezia [= A.S.V.], Deputati e Aggiunti alla provvision del danaro pubblico, b. 212, cc. non numerate).


BIBLIOGRAFIA:
Anagrafi di tutto lo Stato della Serenissima Repubblica di Venezia, I-V, Venezia 1766-1780; A.S.V., Deputati e Aggiunti alla provvision del danaro pubblico, bb. 206-210, 210 bis, 212, 213. Si vedano inoltre le singole Introduzioni della collana: Relazioni dei rettori veneti in Terraferma, a cura dell'Istituto di Storia economica dell'Universita' di Trieste, voll. I-XIV, Milano 1973-1979; A. TAGLIAFERRI, Ordinamento amministrativo dello Stato di Terraferma, in Venezia e la Terraferma attraverso le relazioni dei rettori, Atti del convegno, Trieste 23-24 ottobre 1980, a cura dello stesso, Milano 1981, pp. 15-43.
Cartografi veneti. Mappe, uomini e istituzioni per l'immagine e il governo del territorio, a cura di V. Valerio, Padova, 2007.
Sulla genesi, struttura e finalita' delle Anagrafi, si rinvia a M.L. FERRARI, Una fonte per la storia economica e demografica del secondo Settecento: le Anagrafi Venete. Riflessioni e note d'archivio, "Studi Storici Luigi Simeoni", LVI (2006), pp. 347-386.
Per le aree piu' problematiche, si vedano in particolare: