Zattera a Susegana (sec. XVIII)

Venezia poggia su centinaia di foreste, su milioni di tronchi d'albero che formano le palizzate sopra le quali venne edificata la citta': per il basamento della chiesa della Salute, ad esempio, furono utilizzati piu' di 30.000 roveri. Sicche' possiamo dire che Venezia e' fatta per meta' con i boschi delle Dolomiti, per l'altra meta' con le pietre dell'Istria, che costituiscono i "marmi" bianchi delle sue case. Il legname piu' pregiato arrivava in laguna mediante zattere, a loro volta formate da roveri; una volta a destinazione (alle Zattere o alle Fondamente Nove) esse venivano subito disfatte: la legge, anzi, precisava che non potessero "stare in acqua", ossia stazionare a Venezia, piu' di dieci giorni (lunghe com'erano, 20-30 metri, avrebbero ostruito i canali). Taluni fiumi oppure tratti di fiume, o perche' troppo larghi e dalle sponde in continua evoluzione, o perche' troppo impetuosi, potevano essere percorsi solo in discesa, pertanto da zattere che, una volta giunte a destinazione, venivano demolite e il loro legname utilizzato sul posto o rivenduto. Adige: Sacco (Rovereto) – Ossenigo – Rivoli – Pescantina // Pescantina – Verona // Verona – Legnago. Il tratto piu' importante era il primo, che faceva giungere a Verona il legname del Trentino. Oltre Legnago le zattere si spingevano saltuariamente, quando lo consentiva il regime idrico del fiume; per solito, a Legnago il legname veniva imbarcato su burchi che proseguivano per Badia Polesine, oppure raggiungevano il Po tramite canali interni. Piave: Perarolo – Belluno // Belluno – Falze' // Falze' – Ponte di Piave // Ponte di Piave – Venezia Fondamente Nuove. Quanto a regime idrico, il Piave era (ed e') piuttosto torrente che fiume, sicche' per molti tratti della pianura le barche non potevano risalirlo, a causa dell'impossibilita' di un traino contro corrente affidato ai cavalli (come avveniva, ad esempio, per l'Adige o il Brenta). Pertanto le imbarcazioni erano presenti solo nei passi adibiti a traghetto tra una sponda e l'altra, mentre la navigazione vera e propria prevedeva solo la discesa da monte a valle ed era affidata per lo piu' alle zattere. Lunghe una trentina di metri, queste prestavano regolare servizio da Perarolo sino a Venezia-Fondamente Nuove, dove venivano sbarcati passeggeri e merci; dopo di che si disfacevano le zattere, il cui legname era utilizzato dal gran numero di segherie ubicate appunto in quell'area. Gli zattieri tornavano a piedi, attraverso particolari sentieri, ai loro paesi; percio' erano divisi in quattro "mude" o tratte: da Perarolo a Belluno, da Belluno a Falze' presso il Montello, da Falze' a Ponte di Piave, da Ponte di Piave a Venezia. BIBLIOGRAFIA:
La via del fiume. Dalle Dolomiti a Venezia, a cura di G. Caniato, Sommacampagna (VR) 1993. Brenta: Fonzaso - Valstagna – Bassano // Bassano - Ponte di Brenta // Ponte di Brenta – Fusina // Fusina - Venezia. Il Brenta era tutto navigabile da Padova (Ponte di Brenta) a Bassano; sopra diventava praticabile solo per le zattere, che venivano costruite a Valstagna e portavano il legname proveniente dalla Valsugana (Trentino) e dall'altopiano di Asiago; altre ancora si preparavano nel "porto" di Fonzaso, sul fiume Cismon, per i tronchi che scendevano da Primiero e dalla Val di Fiemme; parte di tutto questo legname giungeva sino a Fusina, donde poi al terminal veneziano delle Zattere, tra l'attuale Marittima e la chiesa della Salute. Livenza: Polcenigo – Portobuffole'. Portobuffole' era un importante snodo commerciale; qui giungeva anche il legno del Cansiglio, che veniva caricato su barche a remi e portato a Venezia. Tagliamento: Enemonzo – Spilimbergo // Spilimbergo - Latisana; quindi su barche a Venezia. Anche a Dogna, sul Fella, si costruivano zattere per la fluitazione del legname proveniente dalla Carnia; dopo un breve percorso il Fella sfociava nel Tagliamento.